Esiste un paradosso bellissimo nella scrittura: a volte, per far parlare davvero qualcuno, devi dimenticarti di esistere.
Il ghostwriting viene spesso frainteso. Viene visto come scrittura di serie B, come un lavoro ombra fatto da chi “non ce l’ha fatta” a pubblicare con il proprio nome. Niente di più falso.
Il ghostwriting è empatia applicata. È capacità di ascolto portata all’estremo. È l’arte di entrare nella testa, nel cuore, nella sintassi di un’altra persona — e restituirle una voce che senta come propria, ma che da sola non avrebbe mai trovato.
La tua storia, le parole che non sapevi di avere
Molte persone hanno qualcosa da raccontare. Un’esperienza che ha segnato, un’idea che merita un libro, una storia professionale che potrebbe ispirare. Ma non tutti sanno — o vogliono — scrivere.
E va bene così.
Non serve essere scrittori per avere una storia che merita di essere raccontata. Serve qualcuno che ti ascolti davvero. Che colga le sfumature, che traduca i silenzi, che sappia dove stai andando anche quando tu stesso non lo sai ancora.
Il ghostwriter non inventa. Estrae. Scava. Trova la struttura nascosta dentro il caos delle emozioni e delle memorie. E poi la restituisce con una forma che non tradisce, ma esalta.
L’invisibilità come disciplina
Il ghostwriting richiede una forma particolare di umiltà. Non puoi mettere il tuo ego al centro. Non puoi dire “io scriverei così”. Devi chiederti: come scriverebbe questa persona se avesse il tempo, la tecnica, la chiarezza?
È un esercizio di sparizione. E proprio per questo è un mestiere difficilissimo.
Devi conoscere il ritmo, la grammatica, la struttura narrativa. Ma devi anche saper rinunciare al tuo stile. Devi essere invisibile e onnipresente allo stesso tempo. Devi scrivere in modo che chi legge senta la voce dell’autore o dell’autrice, non la tua.
Da Capra Pictures lavoriamo su progetti di ghostwriting con questa consapevolezza: non ci sostituiamo a te. Ti restituiamo.
Non è falsificazione. È traduzione.
C’è chi pensa che il ghostwriting sia disonesto. “Se non scrivi tu, non è il tuo libro”. Ma è una visione riduttiva della scrittura stessa.
Un libro non è solo la somma delle parole sulla pagina. È l’esperienza, la visione, il pensiero che lo attraversa. Se quelle sono tue — il libro è tuo. La scrittura è solo il mezzo.
Pensa ai grandi discorsi politici, ai saggi firmati da imprenditori visionari, alle autobiografie di personaggi pubblici. Molti sono scritti da ghostwriter. Eppure nessuno dubita che quelle idee, quelle esperienze, quella visione appartengano davvero a chi le ha vissute.
Il ghostwriter è un ponte. Tra ciò che sai e ciò che vuoi dire. Tra chi sei e chi puoi diventare sulla pagina.
Quando serve davvero un ghostwriter
Non sempre. Non per tutti.
Serve quando hai una storia urgente da raccontare, ma la scrittura ti blocca.
Serve quando la tua voce professionale merita un libro, ma non hai tempo di scriverlo.
Serve quando vuoi un’autobiografia che non sia solo cronaca, ma letteratura.
Serve quando senti che le parole non ti bastano — ma sai che dentro di te c’è qualcosa che merita di essere scritto.
E serve soprattutto quando vuoi un risultato serio, profondo, che non tradisca la tua visione.
Se hai una storia che non riesce a prendere forma, se senti che le parole non ti appartengono ancora, noi siamo qui. Per ascoltarti. Per scrivere con te, non al posto tuo. Per dare voce a ciò che già esiste — e aspetta solo di essere raccontato.